Una delle figure femminili che in città, pur dividendosi tra famiglia, lavoro e politica, è riuscita a fornire di sé un’immagine sobria, guadagnando negli anni credibilità e serietà presso l’opinione pubblica, è sicuramente l’avv. Giovanna Cassarà(nella foto), già assessore comunale e consigliere comunale.
Approfittando della sua diponibilità, ci siamo anche soffermati su alcuni aspetti meno conosciuti nella chiacchierata di approfondimento che segue:
– Quali sono state le scelte, i momenti ed i modelli di crescita formativa?
«Innanzitutto, dopo aver concluso gli studi classici e conseguito la laurea in giurisprudenza, ottenendo successivamente l’abilitazione all’esercizio della professione forense, ma anche quella all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, scelsi di dedicarmi esclusivamente all’avvocatura, perfezionando i miei studi in tutti e tre i rami: penale, civile e amministrativo. Poi ci fu la nomina nel 1993 da parte del Csm a vice procuratore onorario presso l’allora Procura della Repubblica del Tribunale di Gela che mi espose a notevoli sacrifici ma mi aiutò tanto nella formazione professionale, quanto sul piano umano. Nel 1997 la mia formazione è continuata in ambito amministrativo, a seguito della nomina a componente del “Coreco” (Comitato regionale di controllo), sezione provinciale di Caltanissetta, l’allora organo deputato al controllo di legittimità su tutti gli atti deliberativi di province e comuni. Anche tale esperienza mi permise di confrontarmi con colleghi autorevoli, tra cui l‘avv. Giuseppe Iacona di cui mi onoro di essere amica».
– E’ da dire che il Tribunale di Gela soffre da quando è nato.
«Il nostro Tribunale è sempre stato penalizzato in termini di organico in quanto sottodimensionato rispetto a quello del capoluogo di provincia, tenendo conto del fatto che il nostro bacino di utenza è di 118.000 persone rispetto ai 152.000 di Caltanissetta. E ciò indipendentemente dai numeri del contenzioso che per Gela sono senz'altro più alti. Nell’organico dei giudici, avendo il Csm appena pubblicato ed assegnato altri 2 posti per i magistrati di prima nomina, si è completata la pianta organica. Quanto al personale, la situazione è recentemente migliorata grazie alle assunzioni dei vincitori di concorso, cancellieri esperti e addetti all’Ufficio del Processo introdotto dalla riforma Cartabia».
– Ed anche il “sistema giustizia” non gode di grande salute.
«La giustizia va sicuramente perfezionata in termini di “efficienza e riduzione dei tempi”. Sia in ambito civile che penale. La giustizia deve essere esclusivamente pubblica, non demandata al privato, all’arbitrato e/o alla mediazione, mentre nel nuovo disegno di legge sono stati privilegiati proprio questi strumenti che aumentano la distanza tra i diritti di chi ha mezzi e quelli di chi no. Per non parlare del “contraddittorio cartolare”, di cui si è fatto tanto ricorso per via dell’emergenza epidemiologica e che diventa con la riforma uno strumento ordinario. Sono favorevole ad una semplificazione della giustizia, ma sempre nel rispetto dei ruoli degli attori processuali e della figura dell’avvocato, il cui ruolo di garante dei diritti del cittadino, specie in campo penale, viene tanto ridimensionato ed ingiustamente frammentato dalla nuova riforma».
– Quali circostanze l’hanno indotta alla politica attiva, da consigliere e poi anche da assessore?
«Iniziai ad appassionarmi alla politica per caso, quando negli anni 90 venni coinvolta da giovane avvocato nella redazione di un esposto da presentare alla Procura della Repubblica contro l’Eas, per presunti abusi perpetrati nei confronti degli utenti nella erogazione del servizio idrico quasi sempre a singhiozzo. Da allora è stato un crescendo di interesse che mi indusse, poi, a candidarmi a consigliere comunale, riuscendo ad essere eletta per ben due volte. Venni chiamata, altresì, a ricoprire la carica di assessore ai lavori pubblici nel 2004 e alla pubblica istruzione nel 2014».
– In proposito, c’è qualcosa di cui si è pentita o dispiaciuta?
«Francamente non mi sono mai pentita di nessuna delle mie scelte. Mi è dispiaciuto non essere riuscita ad inaugurare il progetto “Marchitello in progress”, il cui iter avevo riesumato e completato da assessore durante la sindacatura di Fasulo. Per un importo di € 350.00,00 era prevista la realizzazione di tre moduli abitativi da destinare a centro di aggregazione sociale con laboratorio di musica, ludoteca, centro di ascolto, in un quartiere popolare assai emarginato, con tante palazzine popolari. Il progetto venne mandato in gara durante la campagna elettorale e in quell'occasione io ed il sindaco Fasulo fummo denigrati, accusati di fare propaganda. L’amministrazione Messinese si ritrovò quei moduli abitativi che nelle more erano stati consegnati, ma nessuna attività sociale venne mai avviata ed anzi la struttura venne abbandonata e vandalizzata, vanificando tutto il lavoro da me svolto per dare alla città una centro sociale di aggregazione a costo zero».
– Cosa pensa della Sinistra, del Pd e, più in generale, della politica attuale?
«La sinistra non esiste più, il Pd è dilaniato sempre più anche a livello nazionale per le varie correnti che ci sono al suo interno. Anche a livello locale sono del parere che molte delle scelte assunte dal gruppo dirigente sono a mio avviso molto discutibili. Per quanto concerne la politica attuale, più in generale, trovo deludente vedere soggetti politici che si trasformano, migrando da un partito all’altro, come se nulla fosse, senza che di ciò se ne parli, quasi fosse ormai un fenomeno normale e la coerenza invece un demerito, anziché un merito».
– Come si concilia l’essere mamma, moglie e svolgere un’attività professionale?
«Non è stato facile. Mio figlio, nella cui vita ho cercato di essere sempre presente, è oramai adulto ed anzi, mi supporta nel lavoro, svolgendo anche lui la professione di avvocato. Ovviamente ringrazio mio marito per avermi collaborata e sempre sostenuta nelle mie scelte ai fini della mia realizzazione personale e professionale. Ritengo che a Gela non sia facile per le donne conciliare i vari ruoli, anche perché non abbiamo i servizi necessari. E’ per esempio vergognoso che ancora non esista l’asilo nido comunale, sul cui progetto avevo pure tanto lavorato da assessore. Fortunatamente esiste la Sezione Primavera istituita durante il mio assessorato presso l’Istituto scolastico Don Bosco grazie alla tenacia della dirigente Marchisciana ed all’amministrazione di cui ho fatto parte e che spero faccia da apripista per altre, sostenute dall’attuale amministrazione».
– Conosce l’assessore alle pari opportunità e come valuta l’operato dell’amministrazione in carica in questo primo triennio?
«La conosco perché collega e sull’attuale amministrazione purtroppo non posso parlarne in positivo, pur avendola sostenuta. I risultati sono sempre più deludenti specie per ciò che riguarda la materia dei rifiuti. Per non parlare dell’edilizia scolastica, sulla quale penso non occorre dire nulla, essendo la precarietà della situazione in generale sotto gli occhi di tutti. durante la mia esperienza di assessore alla pubblica istruzione, negli anni 2014-2015, di concerto con l’assessore ai lavori pubblici, si diede disposizione ad un tecnico interno di occuparsi continuamente della manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti edifici scolastici comunali, mettendolo a disposizione dei dirigenti scolastici. S’intervenne anche nelle palestre, liberandole dall'amianto e attrezzandole con nuovi arredi».
Il «Chi è» di Giovanna Cassarà
Nata a Gela il 12 febbraio 1963, studi classici all’Eschilo, poi laurea in Legge nel 1988, all’Università di Catania. Esercita la professione di avvocato. Coniugata, 1 figlio, (Gianmarco Cammalleri), avvocato pure lui. E’ stata consigliere comunale e due volte assessore, con i sindaci Crocetta e Fasulo. Tra i suoi hobby, interessi e passioni: letture, impegno sociale e giardinaggio.