«Transizione energetica e guerra in Ucraina hanno fatto schizzare in alto il costo dell’energia». Lo dichiara il segretario generale della Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Emanuele Gallo
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«Aumenti superiori al 500% per il gas naturale e del 400% per il costo dell’energia – aggiunge Gallo – sono un attentato alla stabilità economica di imprese e famiglie.
Al cospetto di un disastro annunciato le forze politiche pensano solo a provvedimenti tampone che, come al solito, rischiano di avere dolorose ricadute sui cittadini. In questa fase di transizione energetica bisogna piuttosto riproporre l’utilizzo del gas in modo graduale riprendendo l’attività di estrazione dal nostro sottosuolo che di certo non crea inquinamento. La situazione è drammatica. Non ci sono altre immediate alternative».
«In questi anni – spiega il dirigente cislino – abbiamo pagato cara la sudditanza verso i paesi esteri. Il metanodotto Green Stream, che da Melita porta il gas a Gela ne è un esempio eloquente. Salato anche il prezzo delle manchevolezze amministrative che non hanno favorito gli impianti fotovoltaici ed eolici che da anni attendono le autorizzazioni. Centinaia di progetti rimangono fermi mettendo a repentaglio le risorse previste dal Piano energetico europeo sulle rinnovabili».
Ma non è tutto. Per Emanuele Gallo «stiamo purtroppo scontando gli effetti negativi dell’assenza di un piano energetico nazionale, regionale, territoriale. Non esistono programmazione e pianificazione degli interventi per favorire l’autonomia energetica che significa dotazione e prezzo competitivo delle forniture. Il perdurante immobilismo degli enti decisori, le pastoie burocratiche sommati alla dissennata opposizione da parte delle amministrazioni regionali e locali nonché alla’ideologica avversione di comitati poco informati hanno determinato l’esorbitante costo delle bollette che siamo chiamati a pagare».
«E dire – prosegue Gallo – che nelle province di Caltanissetta ed Agrigento disponiamo di un’enorme quantità di gas che non sfruttiamo come i giacimenti Argo e Cassiopea, posti tra Gela e Licata, scoperti negli anni duemila e inseriti nel protocollo d’intesa del 2014 firmato dal Ministero dello Sviluppo economico con iter autorizzativi che sono durati più di 10 anni. Da qualche mese sono iniziati i lavori edili dell’impianto di trattamento che verrà realizzato nelle aree dismesse della Raffineria di Gela.
Mancano le ultime autorizzazioni per fare in modo che nel 2024 si possa fruire del gas siciliano la cui attuale produzione può aumentare in modo significativo. Bisogna spingere per accelerare le procedure e accorciare i tempi dell’intervento tempi evidenziando che questo processo produttivo non avrà alcun impatto visivo. Non saranno infatti presenti piattaforme con pozzi sottomarini. La Sicilia ha un’opportunità che deve saper cogliere e sfruttare»