Il 30 novembre del 1998 Salvatore Zuppardo(nella foto), a soli 24 anni, andò incontro all’abbraccio d’amore col Padre celeste, lasciando un grande vuoto in quanti lo conobbero e lo amarono.
Nel suo nome è nata a Gela l’associazione Centro di cultura e spiritualità cristiana che da oltre 20 anni promuove il Concorso nazionale di poesia “La Gorgone d’oro” unitamente ad un insieme di attività culturali e spirituali.
Anche quest’anno è stato ricordato nella Parrocchia San Giovanni Evangelista presieduta dal vescovo, mons. Rosario Gisana. Nell’occasione è stato presentato il tema dell’anno sociale 2021/2022 dell’associazione “Beati coloro che sono nel pianto perché saranno consolati” (Mt 5,4).
Della vita di Salvatore, così densa e permeata di fede e d’amore, l’insigne studiosa lunigianese Maria Luisa Tozzi ha pubblicato di recente, con le Edizioni San Paolo, il libro “Salvatore Zuppardo – Nel vento dello Spirito”. “Spesso, nei giorni – scrive Maria Luisa Tozzi – è come ascoltassi la sua voce, che non accenna a spegnersi. Eppure non l’ho conosciuto. È questa la nostra radice comune, che resta indelebile nel tempo oltre la morte”.
Nell’opera, mons. Rosario Gisana introduce con ampiezza l’esperienza esistenziale e spirituale nella quale si coglie il profumo di santità che ha pervaso l’intera vita di Salvatore.
«Essere santo in giovane età – scrive il vescovo – non è dunque un modo di dire, uno di quei luoghi comuni che servono a far retorica. La santità coincide con la giovinezza, anzi si forma in gioventù, facendo capire che questo processo di perfezione, iscritto nella nostra natura primigenia, necessita di essere stimolato e formato da un certo modo di reagire alle circostanze della vita. L’originalità della vita di Salvatore con Dio – continua Gisana – sta nel modo con cui lo incontra e lo testimonia. Egli intuisce che la santificazione non è retaggio di persone che vivono in modo eroico la propria esistenza bensì proposta di una vita vissuta compiendo azioni ordinarie in modo straordinario».
Ed ancora: «L’umiltà di Salvatore, sulla scia dei suoi santi preferiti, lo ha reso una persona ottimista nel senso cristiano del termine, cioè un testimone lungimirante dell’azione salvifica di Dio, secondo la quale, tutto, anche il peccato, sembra volgere al bene».