Il tribunale di Gela come Fort Alamo (1836), con un manipolo di uomini chiamati a resistere alla forza dirompente e devastante della criminalità comune e organizzata e a concludere migliaia di processi penali e civili in attesa di giudizio.
Da anni si chiedono rinforzi al governo centrale ma qui non arriva nessuno. Anzi, molti continuano ad andar via per raggiunti limiti di età. Per due anni è rimasto da coprire persino il posto di presidente del tribunale, vacante per il trasferimento a Torino ottenuto nel 2009, su propria richiesta, dal titolare, Paolo Fiore.
Dopo una lunghissima attesa, il Csm ha finalmente nominato il nuovo presidente che mercoledì, 11 agosto, ha preso possesso della sua nuova sede.
E’ Roberto Riggio (nella foto), ha 57 anni ed è originario di Palermo nei cui uffici giudiziari ha svolto a lungo il ruolo di Gip e Gup. Il suo insediamento è avvenuto nel corso di una cerimonia alla presenza dei vertici del distretto di Corte d'Appello, delle autorità politiche e militari, degli ordini professionali forensi, dei magistrati della Procura e del tribunale tra cui il procuratore capo, Fernando Asaro e il giudice Miriam D'Amore che per 24 mesi ha retto da supplente la guida del tribunale gelese.
Ma ora "l’eroico" Riggio, come il comandante William Barrett Trevis nella guerra contro il Messico, attende nella sua “guarnigione” gelese i rinforzi che non arrivano. Rischia di comandare un presidio giudiziario senza “soldati” nella guerra contro il malaffare e l’illegalità.
Continuerà a chiederli “fino a trasformarsi in stalker nei confronti del ministero della Giustizia”, ha detto ai cronisti, “perché non si possono pretendere risultati senza personale che svolga il lavoro necessario, indispensabile”.
A dare il benvenuto al dr Riggio sono stati il procuratore Asaro, che ha sottolineato le qualità del collega, al quale lo legano anni di genuina amicizia, Mariella Giordano, presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Gela, che pur dicendosi molto emozionata ha voluto richiamare l'attenzione del nuovo presidente sulla carenza degli organici del personale amministrativo delle cancellerie; Lia Sava, procuratore generale di Caltanissetta, che, nel dare il suo "benvenuto" a Riggio ha sottolineato come amministrare la giustizia in questo territorio costituisca un onere ma anche un onore "perchè Gela merita attenzione, amore, dedizione".
"Lui (il presidente, ndr) sarà seme di questa terra e germoglierà – ha aggiunto Sava – ma occorreranno altri semi con la collaborazione di tutti ... e l'avrà". Particolarmente attenta alle condizioni generali del Personale di cancelleria e alla gestione degli uffici giudiziari la presidentessa del distretto di Corte d'appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi che ricordando la minaccia che grava su questo territorio per mano di una malavita sia comune che organizzata, ha invitato il ministro della Giustizia a visitare il distretto e lo ha ringraziato (con un ironico ossimoro) per avere autorizzato la presa di possesso anticipata della presidenza del tribunale di Gela. Il presidente Riggio ha ringraziato tutti e, visibilmente commosso, ha promesso di affrontare col massimo impegno questo suo nuovo incarico pronto a confrontarsi con magistrati, amministrativi e avvocati.
Le prime dichiarazioni alla stampa del dott. Roberto Riggio
I cronisti gli si affollano attorno, cercano le sue prime dichiarazioni dopo la cerimonia di insediamento. E lui, Roberto Riggio, neo presidente del tribunale di Gela, malgrado i suoi tanti anni di esperienza, appare emozionato, un po’ stordito da tanta attenzione.
Risponde alle domande con un sorriso accennato, consapevole delle responsabilità e del grande lavoro che lo attendono. Spiega il perché della sua scelta.
«Ho scelto Gela, presidio di frontiera nell’amministrazione della Giustizia – dice con convinzione – perché è una bella realtà con tante sfide da affrontare in un territorio definito ad alto tasso di criminalità».
«Tra i primi atti da affrontare ci sono tabelle, pareri e tutti quegli argomenti rinviati per una questione di opportunità dalla pur brava e attenta reggente del tribunale che nei due anni di sua supplenza ha svolto un lavoro eccezionale».
«Uno dei problemi più urgenti è quello della copertura della pianta organica del personale amministrativo».
«Nei confronti del ministero non farò che chiedere, chiedere, chiedere in continuazione e in maniera assillante, a costo di assomigliare a uno stalker pur di ottenere risposte per colmare ciò che manca. Ho visto che ci sono grossissime scoperture d’organico e non si possono chiedere risultati, un’azione efficiente del presidio giudiziario senza personale».