Enzo Miceli, mai profeta in patria, sfiorato Sanremo da cantante, entrato a pieno titolo da autore e produttore con Morgan e Silvestri

Enzo Miceli, mai profeta in patria, sfiorato Sanremo da cantante, entrato a pieno titolo da autore e produttore con Morgan e Silvestri

Enzo Miceli (nella foto) è uno dei più apprezzati produttori artistici e discografici della scena musicale italiana. Autore, compositore, musicista, ha arrangiato, registrato e prodotto alcuni tra i dischi più originali dell’ultimo ventennio. Nato a Palermo, ha vissuto la sua fanciulezza e adolescenza a Gela, dove il padre lavorava nel gruppo Eni-Agip. A Enzo molti lo ricordano a Macchitella, far man bassa,  sul palco della “Sala Multiusi” di premi nei vari festival di voci nuove che si organizzavano a quel tempo. Componeva e cantava, mostrando un piglio da artista navigato. 

Crescendo artisticamente, Gela cominciò a stargli stretta. Da qui al nord Italia il passo è breve. Sfiora la partecipazione al Festival di Sanremo, a conclusione di un percorso che lo ha visto mattatore nelle fasi preselettive condotte da Pippo Baudo durante le trasmissioni di “Domenica In”. Per un soffio, mancò l’obiettivo. Non demorde, rialza la testa e cominciano le prime importanti collaborazioni artistica, l’ultima delle quali con Morgan. Esperienza breve ma intensa direi

– In che senso?

«Ci eravamo visti per il concerto dell’ultimo dell’anno 2020 che avevo organizzato a Parma. Morgan ha una preparazione musicale che pochi hanno in Italia. Personalmente l’ho sempre reputato un genio».

– Dicono che non è un tipo affidabile. 

«Diciamo che quelli normali non li frequento. Dopo quella sera ci siamo sentiti spesso e lui mi ha chiesto di collaborare a un ipotetico progetto di un album registrato con l’orchestra sinfonica, l’ho trovato stimolante e ho accettato. Solo che di mezzo c’era il festival di Sanremo 2020 quello con Bugo».

– Quello della lite in diretta, eri con lui?

«Fino alle prove generali si. Dopo però, tutto stava precipitando. Lui dava in escandescenze e la Rai voleva da me rassicurazioni che non potevo dare, così gli ho parlato e ho dato forfait. Morgan è un genio ma è anche artisticamente ingestibile».

– In cosa sei impegnato adesso, musicalmente parlando,

«Col patrocinio dell’università di Parma sto portando avanti un mio progetto che si chiama Contamina e che fa parte del dossier Parma 2020/21 Capitale della cultura».

– Di cosa si tratta?

«Tutto parte da presupposto, dalla convinzione molto radicata che l’identità di una comunità è riconoscibile solo se esclude l’identità di ogni altra. Nel progetto le diversità, la cultura, la musica e l’arte si “contaminano” abbattendo muri e ideologiche barriere ponendole come unica lingua comprensibile tra i popoli. La contaminazione culturale è' un fenomeno da sempre esistito nel contatto fra i popoli e che oggi sembra fallire a favore di una visione tragicamente isolata fra noi e gli altri. Devo sottolineare che questo è possibile grazie a un’amministrazione molto sensibile al tema della cultura».

– Esportabile anche a Gela?

«Magari!». 

Come hai vissuto il successo conseguito in questi anni?

«Da un lato mi ha inebriato dall’altro mi ha procurato danni collaterali».

– Cioè?

«Mi ha allontanato da amici, dai miei familiari, da Gela».

– Mi ha colpito una frase di una lettera aperta che anni fa hai scritto. Cito testualmente: “Ogni volta che imbocco il rettilineo che porta in città, Gela mi appare appollaiata su di un dosso che si estende dall'Anic a Montelungo. La guardo e la amo. La amo e l'accuso”.  Di cosa la accusi?

«La incolpo di essere così allo sbando, come se la colpa di tanto degrado fosse tutta solo sua, ma non lo è perché se avesse avuto voce avrebbe urlato tutte le volte che veniva violentata. Un territorio dalla posizione e dal clima incantevoli gestito da politici e non solo, che come pidocchi si sono fatti la guerra per impadronirsi del cane che li ospitava».

– Responsabilità della politica? Delle varie amministrazioni che si sono succedute?

«Sarebbe troppo facile rispondere di si. La città siamo noi, i gelesi hanno il dovere di autodeterminarsi, di rialzarsi o quantomeno di provarci. Di uscire dall’apatia alla quale sono sottomessi. E’ essenziale che ogni gelese faccia i compiti a casa propria. In un momento di nichilismo sociale come questo». 

– Gela non dovrebbe ambire a un’amministrazione che abbia ideali e stimoli nei confronti di una città con tanti problemi?

«Non conosco nè l’amministrazione nè il Sindaco. Certo, portare una nave in porto col mare in tempesta non è facile e Gela – altro che tempesta! – Quello che so è che fino a quando non si affermano valori come quelli del vivere civile, del senso civico, della cultura e della giustizia tutto il resto rimarrà subordinato a un unico valore: il potere».

– Cosa potrà salvarci?

«Una guida affidabile verso un risanamento sociale urgente, un progetto socio-culturale valido a lungo termine. Credibile. Che si parta da lì dove vi è ancora possibilità di intervento, dai bambini. Perché il vecchio è irrimediabilmente in cancrena».

– Non brilli certo di ottimismo verso la città che dici di amare.

«Ma è proprio l’amore che ho per questa città a cui devo ogni cosa che so fare che mi spinge a dire che se esiste ancora una possibilità di risanamento sociale, parte dai bambini. Vi è un rapporto logico tra il mondo dei bambini e quello degli adulti, questi ultimi lasciano la loro esperienza, danno il senso della continuità, mentre i bambini hanno il compito,  di evolvere quanto appreso, di spingere oltre, verso il nuovo».

– Che la politica entri nelle scuole quindi, è questo ciò che intendi?

«Non so, dagli il nome che preferisci, io ritengo che solamente un processo educativo lento e continuo riuscirà a garantire un futuro diverso a questa città orfana di quel senso civico che ne ha compromesso la crescita. Il germe della rassegnazione che si è insediato ed ha prolificato nella nostra città ha lasciato un’eredità difficile da estirpare. Di certo Il popolo gelese ha il dovere di impegnarsi non poco per uscire da questo immobilismo ma ha anche il diritto di esigere un contesto più "educato" qualitativamente più vivibile, ha il diritto di reclamare la propria città più pulita, l'aria respirabile, le falde acquifere possibilmente non inquinate, un eco sistema fruibile». 

– Messaggio per il nostro sindaco?

«Dai no!».

– Insisto.

«Si parta dai bambini, dai ragazzi. Parta da lì, Sindaco. So che ci sono problemi più urgenti da risolvere, ma mettere al centro della questione sociale le nuove generazioni è indispensabile. E’ l’unico rimedio per risollevare la nostra città; magari in un futuro non troppo vicino ma, ritengo sia l’unica strada percorribile. Sia, come si usa dire ogni qualvolta si viene eletti, il sindaco di tutti ma stia dalla parte di chi avverte l’esigenza di una svolta radicale. Progetti e proponga ai nostri ragazzi, che sempre di più sembrano essere proiettili sparati senza mira da famiglie in crisi di valori, alternative che possano sanare l’inconsapevole smarrimento del quale sono ostaggi. Punti in alto, Sindaco, si assuma un impegno così indiscutibilmente necessario, e cioè quello di ripristinare civiltà e senso civico, valori che storicamente si sviluppano in ambienti di fermento culturale del quale Gela è tristemente sprovvista. Realizzi a tale scopo nel territorio, pandemia permettendo, cinema, teatri, spazi polivalenti da adibire a mostre musica ed eventi vari. Promuova l’arte, la cultura e vedrà che il miracolo si compie». 

Il «chi è» di Enzo Miceli»

La carriera musicale di Enzo Miceli è costellata di premi: “Targa Tenco” (insieme a Daniele Silvestri) considerato il più prestigioso premio italiano in ambito musicale per il brano Le cose in comune quale migliore canzone dell’anno. Premio della critica al Festival di Sanremo per il brano L’uomo col megafono di Daniele Silvestri. Ancora premio della critica Festival di Sanremo quando come produttore e arrangiatore presenta Daniele Silvestri con il brano rock-psicheledico “Aria”. Sempre a Sanremo Enzo Miceli ha la sua consacrazione come arrangiatore, produttore e musicista con il brano electro-rock Salirò che diventa un successo strepitoso aggiudicandosi anche stavolta il premio della critica e ben due premi personali “Miglior produttore” e “Migliore arrangiamento”.

Per due anni consecutivi viene premiato agli “Italian music awards come “Miglior produttore”. Tra i vari successi conseguiti, La Paranza – canzone della quale è coautore insieme a Daniele Silvestri – diventa per vari mesi il brano più trasmesso dai network nazionali. Lo stesso anno fonda “Panama” etichetta discografica indipendente attraverso la quale produce e promuove musica “indie”. Tra le numerose collaborazioni con artisti di chiara fama l’ultima è quella avuta con Morgan.