In Italia sono 160.000 gli ettari di territorio inquinato, pari ad una volta e mezzo l’estensione di Roma.
Una stima ufficializzata direttamente dal sottosegretario del ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut, chiamato ad aprire i lavori del seminario on line curato da Società Italiana di Geologia Ambientale, RemTech, Ordine dei Geologi della Sicilia e ministero dell’Ambiente, sul tema della “Bonifica del territorio”. Sulla base di questi dati, ad avviso del sottosegretario all’ambiente «il nostro Paese si trova ad affrontare una grande emergenza.
Restituire ai cittadini suolo sano è un dovere e un impegno prioritario per lo Stato e le Regioni. Vogliamo recuperare il territorio inquinato e dargli nuova vita, realizzando servizi, infrastrutture verdi, insediamenti industriali sostenibili di nuova generazione, attività produttive, impianti per la produzione di energia pulita. Per farlo stiamo lavorando per accelerare i tempi e snellire le procedure di bonifica, attraverso la necessaria riforma della parte del Testo Unico dell’Ambiente che riguarda le bonifiche. Inoltre, abbiamo previsto l’aumento delle risorse pubbliche per finanziare gli interventi con i nuovi progetti Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027».
La conferenza, benché svolta on line per la problematica covid-19, secondo quanto sottolinea il presidente dell’Ordine dei geologi siciliani, Giuseppe Collura (nella foto) , è un «evento si svolge virtualmente a Gela. Il Sito di Interesse Nazionale di Gela è, tra tutti, sicuramente quello più emblematico in quanto si inserisce in un contesto economico, sociale e ambientale ricco di contraddizioni, in cui mezzo secolo di attività industriale recentemente ormai dismessa, pone come sfida la recente riconversione e la ripartenza di una nuova concezione di attività industriale, rispetto al fondamentale bisogno di migliorare la qualità ambientale del territorio attraverso le attività di bonifica e recupero, rendendo lo stesso più attrattivo, condizione essenziale che sta ed alla base di una nuova ripartenza e di un nuovo modello si sviluppo economico e sociale.
Il tema dei SIN in Sicilia è di assoluto interesse professionale e di grande attualità per i geologi Siciliani che già svolgono parte delle loro attività lavorativa nell’ambito della progettazione e monitoraggio degli interventi di bonifica. L’interesse professionale si estende anche alla valutazione di tutte le complesse interazioni che i siti “Sin” hanno sugli aspetti di carattere urbanistico, e ambientale soprattutto a carico dei territori urbanizzati e sulle aree costiere adiacenti».
Oggi sono 41 i Siti di Interesse Nazionale (Sin) - di cui 4 nella Regione siciliana - presenti sul territorio nazionale, per un totale di 161.250 ettari di aree a terra e a mare, il 65% delle quali pubbliche e il 35% private. Le aree Sin con procedimento amministrativo avviato, corrispondono indicativamente alla metà del totale e, in queste stesse aree, il Ministero dell’ambiente ha approvato progetti di bonifica sul 14% della superficie, mentre le aree con bonifica conclusa sono pari al 17%.
Questi i numeri esposti dal Coordinatore dell’area tematica della Sigea dedicata alla Bonifica siti inquinati, Daniele Baldi: «la Sigea ha dunque dato vita a "Geologia in movimento", un percorso diretto ad approfondire i temi delle bonifiche dei siti inquinati di interessa nazionale, analizzando gli aspetti innovativi per il risanamento ambientale del territorio per il suo rilancio urbanistico e sociale. Dopo Roma e Napoli è stato organizzato a Gela un evento dedicato al tema della bonifica dei siti inquinati. Quello di Gela – ha proseguito - rappresenta il primo di un ciclo di seminari dedicati a "Geologia in movimento", primo di 4 incontri quanti sono i Sin in Sicilia. Se pur il quadro odierno della bonifica dei siti inquinati è sicuramente più dinamico del passato, sia sul piano normativo che tecnico-applicativo, permangono ancora diverse criticità. In questo senso, una efficace condivisione delle idee e dei contenuti e un serio confronto sulle problematiche, molteplici e complesse nel contesto dei siti inquinati, è sicuramente un valido vettore per innovare e dare una spinta al risanamento ambientale dei nostri territori».
La Conferenza di Gela, in particolare, oltre agli organizzatori vede insieme anche il Commissario straordinario per la bonifica delle discariche abusive, la Regione siciliana, il Comune di Gela, l’Ispra e l’Arpa Sicilia; con le relazioni all’apertura dei lavori per l’appunto del commissario straordinario Giuseppe Vadalà, dell’assessore all’energia e servizi di pubblica utilità Alessandro Pierobon (Regione siciliana), del sindaco Lucio Greco (Comune di Gela) e, tra gli altri, anche del vicepresidente nazionale Michele Orifici (Sigea). A seguire varie relazioni tecniche tra le quali quella di Antonio Collura (Comune di Gela) sull’Agenda urbana 2020, di Marcello Farina (Aspra) e Roberto Mazzitelli (Ispra) sullo stato dell’arte della bonifica nel Sin gelese, quella di Guido Bonfedi e Gianluca D’Aquila (Eni Rewind) sulla circolarità grazie a tecnologie innovative come il “Waste to Fuel”. Quindi, la chiusura dei lavori a cura del general manager di Remtech Italia, Silvia Paparella.