Abbiamo raggiunto telefonicamente il Col. Andrea Antonioli, (nella foto) comandante provinciale delle fiamme gialle, al quale abbiamo posto alcune domande relative al Gruppo Guardia di Finanza Gela.
Originario di Venezia. Il comandante Antonioli, si è insediato il 28 agosto 2018. È laureato in Giurisprudenza e scienze della Sicurezza economica-finanziaria. Precedentemente, ha prestato servizio al Nucleo polizia economico-finanziaria di Bologna.
– Comandante, è soddisfatto del lavoro svolto dai suoi uomini nel territorio sud della Provincia? Mi riferisco a Gela e al circondario.
«Sono tendenzialmente soddisfatto dei risultati che sono stati raggiunti. Gela è un territorio particolare, perché oltre ad avere una popolazione superiore e nel complesso una vocazione industriale un po’ più sviluppata del Capoluogo, presenta/comporta anche un maggior impegno nell’ambito delle attività di coordinamento di ordine e sicurezza pubblica. Il problema degli incendi e altre criticità che si verificano lì, ci impegnano fortemente anche in quel contesto».
– Ci sono difficoltà di organico?
«L’organico del Gruppo di Gela è più numeroso rispetto al Gruppo di Caltanissetta. Si attesta sulle 70 unità contro le 40. È già parametrato ai maggiori impegni che in qualche misura vengono richiesti sotto questo profilo. Nelle ultime manovre di impiego, sono stati assegnati al Gruppo di Gela alcuni ispettori. Si tratta di militari con provata esperienza e competenza in forza al gruppo di Caltanissetta. Non posso parlare di una carenza di organico che penalizza l’attività di servizio. Nei prossimi anni, in funzione dei pensionamenti che ci saranno, posso auspicare che sia possibile mantenere, per lo meno, lo stesso livello di forza».
– Come mai, in una città grande come Gela, la Guardia di Finanza non ha una sede adeguata, degna di un Gruppo? Parliamo di appartamenti di civile abitazione adibiti a caserma.
«È una condizione che non è presente solo a Gela. Le caserme della Guardia di Finanza hanno diverse forme di proprietà/utilizzo. Sarebbe preferibile poter avere un’altra soluzione, una caserma diversa. Non è facile trovare uno stabile che ci consenta di alloggiare più di 70 persone, che abbia un parcheggio interno, dei garage, degli alloggi di servizio da poter destinare agli ufficiali. Al momento, l’attuale struttura ha delle caratteristiche che complessivamente ci consentono di ottenere questi obiettivi. Il proprietario deve svolgere alcuni lavori. Nell’ambito del contratto che viene sottoscritto, sono previsti una serie di opere di adeguamento che devono essere effettuate. Abbiamo dato priorità ad alcuni lavori interni. Altri dovranno essere fatti».
– Il presidio di Gela non è più compagnia, ma è stato elevato a rango di Gruppo. Cos’è cambiato?
«È stato previsto che l’incarico di comando venga assegnato non più ad un capitano come era prima, ma ad un maggiore o tenente colonnello. Oltre a questo, sono cambiati in alcune voci anche alcuni dati sulla forza organica. Gela è uno dei pochi comandi di Gruppo in sede che non è capoluogo di Provincia. É stato riconosciuto al Gruppo di Gela, anche in funzione della forza organica che supera le 70 unità, (una forza importante), la necessità di essere elevato di rango. È stato un adeguamento ad un assetto ordinativo in funzione già della specificità di Gela, che è un contesto particolare e merita l’elevazione a rango di Gruppo, proprio in funzione di poter avere in prospettiva un ufficiale con maggiore esperienza, che possa rapportarsi con le altre forze, Commissariato, Carabinieri, allo stesso livello. Tutto ciò si deve inquadrare in una logica a medio termine. Il capitano Gradillo deve finire il suo periodo di comando e quando andrà via, verrà sicuramente sostituito da un maggiore o un tenente colonnello, dando contezza a quel tipo di variazione».