Nato a Taranto. 48 anni. Laureato in Giurisprudenza e abilitato all’esercizio della professione di avvocato.
Sposato con due figli: Lorenzo e Francesca. La sua carriera si è svolta principalmente in grandi porti "industriali": Taranto, Brindisi. È stato comandante nel porto di Barletta. È specializzato nelle ispezioni alle navi petroliere. Diverse, anche, le esperienze all’estero: Stati Uniti, Emsa (Agenzia europea per la sicurezza marittima) a Lisbona. Ama lo sport. Gioca a tennis. Gli piace tutta la musica, soprattutto quella degli anni ˈ80 e suona la chitarra. Dal 15 giugno 2018 ha assunto il comando della Capitaneria di Porto di Gela.
«Mi sono trovato benissimo – ha affermato il comandante Cosimo Carbonara (nella foto) – la gente è molto accogliente».
– Da un anno è al timone della Capitaneria di Porto. Proviamo a fare un bilancio dell’attività svolta.
«È stato un anno intenso. Ho trovato una realtà molto disorganizzata dal punto di vista portuale. Purtroppo, molte pianificazioni della Capitaneria, della Guardia Costiera, sono rimaste ferme a circa dieci anni fa. Per esempio, il piano rifiuti portuale è fermo al 2009. Non è mai stato revisionato. Lo stiamo portando avanti. È quasi concluso e nei prossimi giorni sarà trasmesso alla Regione per avere il loro parere di competenza. É un passo importante, perché consentirà di sbloccare anche l’iter della gara, che dovrà fare il Comune, per quello che riguarda il ritiro dei rifiuti in ambito portuale. Questo è un settore fondamentale. Il porto rifugio è ormai parte integrante della città. Direi che è quasi una propaggine del Lungomare. Merita di essere riportato agli antichi splendori, quando c’era la passeggiata, c’erano le panchine sane, l’illuminazione funzionante. La gente veramente poteva godere di quello spazio».
Di seguito, alcuni dati dell’attività svolta dalla Capitaneria: 162 sanzioni amministrative; 22 sequestri amministrativi, riguardano soprattutto la filiera della pesca; 18 comunicazioni di notizie di reato per violazioni sia al testo unico in materia ambientale, sia per quanto riguarda la sicurezza della navigazione; 31 denunce penali fatte su delega disposta dalla Procura; 80 deleghe di indagine dalla Procura della Repubblica di Gela; 6 sequestri penali, di cui 2 disposti direttamente dall’Autorità Giudiziaria.
– Dopo pochi mesi dal suo insediamento, lei ha evidenziato lo stato di degrado delle infrastrutture portuali, chiedendo l’intervento della Regione. Cos’è cambiato da allora?
«Non solo io, ma anche i miei predecessori, abbiamo sempre chiesto l’intervento della Regione, per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture portuali presenti a Gela, che sono di proprietà della Regione. Il porto è di proprietà della Regione. Recentemente, ho chiesto anche un intervento manutentivo sull’impianto di illuminazione del porto Rifugio, totalmente fuori uso. La Regione, purtroppo, ha risposto così “nel prendere atto della criticità della situazione segnalata si riferisce che il capitolo di spesa del bilancio regionale deputato alla realizzazione di opere marittime e portuali, compresi quelli ritenuti di somma urgenza volti ad eliminare il pericolo per la pubblica e privata incolumità, per il corrente esercizio finanziario, ha esaurito lo stanziamento assegnato, per cui, in atto questo Servizio 8 non può finanziare o autorizzare alcun intervento anche se ritenuto necessario a tutela della pubblica e privata incolumità”. Ottobre 2018. Re-inoltreremo la richiesta alla Regione. Speriamo di ottenere quantomeno un intervento minimo per garantire la sicurezza. Ho dovuto emanare un’ordinanza, con la quale ho disposto che nelle ore notturne, le autovetture che circolano al porto Rifugio, devono andare a passo d’uomo, prestando la massima attenzione, perché non c'è luce».
Il 23 aprile, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, nel corso della sua visita istituzionale alla Capitaneria di Porto di Gela, ha denunciato la “lentezza dei cantieri che diventano opere incompiute”; ha assicurato l’invio di commissari “per accelerare gli interventi” e con riferimento al porto di Gela, ha dichiarato che “la competenza è della Regione”. Ha anche detto che avrebbe sollecitato il presidente Musumeci a velocizzare gli interventi; che “per la caratterizzazione delle sabbie non si possono perdere tutti questi anni” e che avrebbe discusso di tutto ciò con il ministro dell’Ambiente. Poi, ci sarebbero questi fondi – milioni di euro stanziati – fermi non si sa dove e perché!
– Le chiedo: è successo qualcosa? Il porto continua ad essere inaccessibile ed impraticabile con notevoli ricadute negative sul territorio. In questa vicenda, qual è il ruolo della Capitaneria di Porto?
«Riguardo al dragaggio e al problema dell’insabbiamento, ho avuto un ottimo riscontro dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile. La caratterizzazione, che è prevista per legge prima di fare il dragaggio, è stata completata, trasmessa all’Arpa di Caltanissetta, convalidata ed inviata al ministero dell’Ambiente. Il procedimento amministrativo, che è preliminare al dragaggio vero e proprio, sta evolvendo velocemente. So che il presidente Musumeci ha preso a cuore questo problema. Gela, è sito di interesse nazionale (SIN), di conseguenza, i procedimenti amministrativi, le procedure finalizzate a fare i dragaggi, sono un po’ dilatate dal punto di vista temporale. Bisogna chiedere più autorizzazioni. Questa legge, se da un lato tutela la città, proprio perché sito di interesse nazionale, dall’altro allunga i tempi burocratici. C’è una maggiore attenzione da parte del ministero dell’Ambiente. Le sabbie sono state caratterizzate. I risultati delle analisi sono abbastanza positivi, non hanno evidenziato grosse problematiche. Solo in due-tre punti c’è stato un lieve superamento dei limiti di legge. Quindi, quelle sabbie dovranno essere trattate come rifiuti speciali. Ritengo che, in breve tempo, possiamo arrivare ad una soluzione. Nel momento in cui sarà autorizzato il dragaggio, noi saremo deputati a vigilare, affinché le prescrizioni dettate dal Ministero dell’Ambiente, saranno rispettate. È questo il nostro compito. Siamo un organo di vigilanza».
– Ha già incontrato il nuovo Sindaco?
«Ancora no. Mi sono ripromesso di incontrarlo al più presto. Approfitto di questa intervista per ringraziare e fare i complimenti al commissario straordinario il dott. Arena. Abbiamo collaborato in maniera stupenda e lavorato in sinergia. Mi auguro che possiamo continuare, specialmente con il settore ambiente, a lavorare allo stesso modo».
– Il porto industriale, non le sembra sovradimensionato rispetto alla ridotta produttività dell’Eni? Magari si potrebbe utilizzare anche per fini commerciali e non solo industriali. Lei cosa ne pensa?
«Il porto industriale è un porto "monotematico", realizzato per la Raffineria. Oggi, abbiamo un traffico limitato. Questo non toglie che in futuro non possa essere considerata l’opportunità di destinare parte degli ormeggi anche ad altri tipi di unità navali. Dovrebbero essere fatte delle modifiche alle infrastrutture, perché attualmente sono destinate ad accogliere, in linea di massima, navi petroliere».
– Parliamo di insediamenti turistici su aree demaniali. Ogni tanto spuntano fuori stabilimenti balneari, gazebo, chalet. Chi rilascia le concessioni? Non sarebbe più trasparente pubblicare bandi con evidenza pubblica in modo da dare a tutti la possibilità di parteciparvi?
«Anche il demanio marittimo, appartiene alla Regione Siciliana, che non ha delegato i Comuni per quanto riguarda il rilascio delle concessioni con finalità turistica, ma ha trattenuto a sé questo potere, quindi le concessioni sono rilasciate dalla Regione. La Capitaneria non ha nessuna competenza in merito. Per quanto riguarda gli stabilimenti o i gazebo che spuntano, posso affermare che la Regione, ha dato anche recentemente qualche concessione. Per quanto concerne le iniziative turistiche, ritengo che il territorio di Gela, debba puntare molto sul mare, sulle spiagge, che sono bellissime, sono il punto di forza della città. Uno sviluppo turistico non può che essere positivo per il territorio. Per quanto riguarda i bandi, effettivamente, in altre regioni è così. Vengono fatti dei bandi pubblici. Credo che, anche qui, si procederà in questo modo».
– Giunta alla sua 28ª edizione, quest’anno, l’operazione "Mare Sicuro", è stata anticipata. Ha preso il via il 1° giugno e si concluderà il 15 settembre. L’operazione vedrà impegnata la Guardia Costiera nel garantire la sicurezza della navigazione e la salvaguardia dei bagnanti, diportisti e subacquei. Quali sono le novità importanti?
«Il nostro comando generale ha deciso di anticipare l’operazione "Mare Sicuro". Non è stata una decisione locale. In tutta Italia è partita il 1° giugno. Venerdì alle 9:30 ci sarà in Capitaneria una riunione con tutti i concessionari per illustrare questa operazione. In linea di massima, le norme non sono cambiate. Ricordo a tutti di usare la massima prudenza e rispettare le regole di convivenza civile. Inoltre, sul sito della Capitaneria www.guardiacostiera.it/gela è stata pubblicata la nuova Ordinanza di sicurezza balneare. Chiunque può prenderne visione»