La «Conchiglia» va salvata dalle ruspe

La «Conchiglia» va salvata dalle ruspe

Da decenni si parla del destino – se mai ce ne avrà uno – del “Lido La Conchiglia”, celebrata fin dalla sua costruzione, come una, se non l’unica, la vera, perla del Mediterraneo.


Noi gelesi sappiamo la fine che ha fatto ed è fondato il rischio che qualche speculatore ne voglia rilevare quel che resta – solo i ruderi – del vecchio “monumento” al divertimento degli anni Sessanta e Settanta.
Regione e Demanio Marittimo si dividono le competenze. L’una e l’altro non smentiscono nè confermano le voci che negli ultimi tempi sono riprese a circolare e che la collocano nel lungo elenco di beni pubblici da dismettere mediante cessione, senza indicazioni sulla futura sorte della struttura turistica.

I gelesi sono stati da sempre gelosi della Conchiglia, ma da qui non è mai partita una proposta seria. Solo “desideri” spontanei, come quelli che hanno manifestato i “naviganti del web”. Si tratta di contributi che vanno ad arricchire la vasta letteratura sulla più famosa struttura turistica della città.

Ne abbiamo trovato uno su internet. Lo ha scritto tale Simona Aiuti, che si qualifica come giornalista, web editor e autrice di romanzi. Nel suo breve tratto biografico aggiunge: «La scrittura è parte di me; amo la letteratura, esplorare i mutamenti del costume, la storia, lo sport, e l’arte. Mi piace visitare i musei, le mostre. Sono affascinata dall’inconoscibile e curiosa del mondo».

Ed ecco cosa ha scritto e pubblicato sul portale GELA.ITALIANI.IT appena l’8 agosto dell’anno scorso, nella rubrica “I Gelesi raccontano Gela” sulla Conchiglia.

Il Lido La Conchiglia, è proprio il caso di dirlo, si schiuse mostrando la sua splendida perla il 24 giugno del 1958, e lo fece in pompa magna, alla presenza delle più importanti personalità del tempo. L’evento catalizzò l’attenzione di molti operatori turistici italiani. Resta nella memoria dei gelesi il ricordo romantico di estati in bianco e nero che la salsedine non è riuscita a corrodere.

Tra le assi di legno consunte e battute dalle onde, sopravvive la memoria di quello che fu tra gli anni cinquanta e sessanta lo stabilimento balneare più glamonur del lungomare di Gela, ed ebbe così successo che diventò, grazie alla sua splendida rotonda, uno dei locali più frequentati dal bel mondo dell’epoca. Vi si tenevano feste, e appuntamenti mondani di grande richiamo.

Storia del lido la Conchiglia

Tutto nacque da un’idea dei fratelli Ventura, che vollero realizzare il Lido La Conchiglia Gela, Perla del Mediterraneo, poi abbreviata in Conchiglia, da un progetto di Filippo Trobia, con una spesa di circa 160 milioni di lire. Lo chalet, come veniva chiamato, fu eretto sulle ceneri dello stabilimento balneare Gela, che veniva montato solo in estate fin dal XIX secolo.

La struttura moderna fu realizzata in cemento armato ricoperto da pozzolana bianca immersa nel mare e ancorata al fondale marino con palafitte che raggiungevano otto e anche 11 metri di profondità. La costruzione risultò incantevole al punto da diventare un modello di riferimento per strutture similari nel settore turistico balneare. Dal lungomare, percorrendo la bella rotonda, si guadagnava una gradinata che, attraverso un pontile lungo più di trenta metri, consentiva di giungere all’interno.

La sala d’ingresso era collegata a due braccia di cabine riservate ai bagnanti. Di fronte, attraverso due ingressi, si entrava nell’ampia sala tondeggiante, con un diametro di ventotto metri, altezza di sette e un motivo a pois colorati su ampie vetrate. Dal centro del soffitto partivano tanti fili colorati legati che si congiungevano al perimetro della sala stessa, con un effetto scenografico molto particolare.

All’interno del lido la conchiglia oltre al Bar, c’era il palchetto musicale in cui tantissimi artisti si sono esibiti. L’ampia pista da ballo era circondata dai tavoli del ristorante pizzeria, con 800 posti a sedere. La Conchiglia accoglieva ricevimenti, veglioni, convegni, sfilate di moda e concerti. Dalla sala interna si poteva uscire e percorrere in tondo una terrazza sul mare, da cui ci si poteva anche tuffare in mare.

Dalla nostalgia al rilancio dello stabilimento Gela

Il lungomare di Gela nei pressi del Lido La ConchigliaNei suoi anni d’oro, la bellissima rotonda di Gela faceva davvero tendenza! Per i gelesi la rotonda era un punto di ritrovo importante: potevano mangiare specialità tipiche, ascoltare buona musica, ballare e perché no, conoscere il compagno della propria vita. Qui si sono tenuti tanti eventi mondani portando turismo e serate musicali di richiamo nazionale.

Proprio qui si sono esibiti e hanno lavorato artisti di grande calibro come Marcella, Peppino di Capri, i Pooh, Nilla Pizzi, Claudio Villa, Domenico Modugno e molti altri. La perla di Gela ha ospitato concorsi di bellezza, festival canori e Galà. Ha visto presentatori illustri come Pippo Baudo, Corrado, Mike Bongiorno, Cino Tortorella, con i gelesi a migliaia che si accalcavano attorno alla rotonda.

Negli anni ‘80 ahimè arrivò il declino della Conchiglia. Le cause vanno cercate nell’inquinamento petrolifero e nelle correnti marine, che causarono un costante arretramento della linea di costa. Il Municipio dovette porre dei frangiflutti, che però provocarono artificialmente l’avanzamento della stessa linea di costa. La Conchiglia finì in qualche modo spiaggiata, perdendo il suo fascino ed entrando così in un inesorabile declino.

Lo scenario malinconico della Conchiglia in disuso però potrebbe essere solo una momentanea cartolina sbiadita, poiché la Sovrintendenza locale è determinata a restaurare la struttura e organizzarne un rilancio, rispolverando quei bellissimi ricordi di banchetti di nozze e serate romantiche mangiando un gelato che sopravvivono incancellabili nella memoria dei gelesi, momenti trascorsi di anni ruggenti che fanno ancora sognare.
(Simona Aiuti)