I carabinieri hanno il quadro già chiaro. L’accoltellamento di martedì 4 scorso ha una matrice, un’autrice e i dettagli necessari per muovere un’accusa precisa: tentato omicidio.
La rea – come la definiscono i militari dell’Arma in un comunicato diffuso al termine della conferenza stampa tenuta giovedì mattina – ha 17 anni. Avrebbe affrontato la rivale in amore intorno alle 13,00 in uno slargo di via Battesimo, a due passi da piazza Umberto. Una zuffa, ripresa nei dettagli dalle telecamere piazzate in zona, quindi tre colpi ben sferrati all’addome, per poi darsi alla fuga, con almeno tre ragazze a vedersi la scena. L’accoltellatrice si è rifugiata a casa, dove familiari e legale l’hanno convinta a costituirsi.
La vittima – 17enne pure lei – è stata soccorsa in ospedale e qui sottoposta a delicato intervento chirurgico. E’ in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Ha potuto parlare con gli inquirenti, fornendo loro particolari utili alla ricostruzione dei fatti. Poteva andarle peggio. La lama avrebbe sfiorato l’aorta.
L’arresto della giovane è stato convalidato dal giudice. Alla base della lite tra le due ragazze vi sarebbero “rancori sentimentali”.
La notizia del grave fatto di sangue ha scosso l’opinione pubblica gelese,per il genere e l’età delle protagoniste.
La conferenza stampa di Caltanissetta è stata presieduta dal sostituto Stefano Strino della Procura per i minorenni presso il Tribunale di Caltanissetta e dal comandante provinciale, col. Baldassare Daidone.
Il ten. col. Antonio De Rosa, comandante del Reparto territoriale dei Carabinieri di Gela che ha coordinato le indagini, ai microfoni della Rai ha detto che questi episodi non si possono risolvere solo con le operazioni di polizia, ma si combattono anche lavorando sul malessere dei giovani.
L’accusa contestata alla giovane accoltellatrice è molto grave. L’episodio di per sè lascerà segni sulla crescita e la formazione delle due giovani.