Nei giorni scorsi, Militari della Capitaneria di Porto, impegnati in un’attività delegata dalla Procura della Repubblica che rientrava nella serie di controlli mirati al rispetto delle norme vigenti in materia ambientale dei depuratori della città, congiuntamente a personale Arpa St. di Caltanissetta, appuravano, presso il depuratore di Macchitella, la presenza di rifiuti di diversa natura, lasciati in abbandono in un area all’interno del sito.
I Pubblici Ufficiali verificavano la massiccia presenza di materiale edile, idraulico e ferroso in disuso e fatiscente. Inoltre veniva rilevata un’area di circa 200 m2 circoscritta da paletti e rete arancione vetusta, interessata da una cinquantina di big bags lacerati, contenenti migliaia di filtri per impianto in Pvc riversati in grande quantità sul suolo a diretto contatto con lo stesso, affondati nella terra, in mezzo alla vegetazione e comunque disseminati senza alcuna logica o criterio di separazione.
A seguito di indagini e sentiti gli operatori della società che gestisce il sito, i Militari verificavano che i rifiuti rinvenuti e depositati sul suolo erano stati abbandonati in modo incontrollato nel tempo dagli stessi che su esplicita richiesta circa la natura, la provenienza, nonché la destinazione d’uso di detto materiale, non erano in grado di fornire utili elementi e quindi sprovvisti di qualsiasi autorizzazione.
Gli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto, preposti dal Testo Unico Ambientale all’accertamento degli illeciti in violazione della normativa in materia di rifiuti nonché della repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti, individuavano il contravventore, identificando il direttore generale della Società, come responsabile della gestione del sito e impartendogli le opportune prescrizioni ambientali ai sensi dell’art. 318-ter Legge 22 maggio 2015 nr. 68, al fine di provvedere concretamente alla messa in sicurezza, bonifica e ripristino dello stato dei luoghi e il corretto smaltimento dei rifiuti attraverso ditta autorizzata.
Trattandosi di reato contravvenzionale, i militari deferivano il responsabile all’Autorità Giudiziaria, infliggendo la sanzione prevista di 6.500 euro a seguito dell’adempimento delle prescrizioni impartite. Continua incessante il lavoro degli uomini della Capitaneria di Porto.