Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” inaugura il nuovo anno sociale 2018/2019.
L’appuntamento è venerdì 30 novembre, nel corso della celebrazione Eucaristica vespertina, alle ore 18, nella parrocchia san Giovanni Evangelista, a Macchitella, Gela.
Il tema scelto, in occasione del ventennale dalla nascita in cielo di cielo di Salvatore Zuppardo (nella foto) , è «Il coraggio di farsi prossimo», che si ispira al Vangelo di Luca e alla citazione “Va’ e fa anche tu lo stesso”.
“Non potevamo che riflettere sulla società odierna: una società tentata di eliminare la dimensione della prossimità e della vicinanza all’altro, creando una distanza sempre più grande tra le persone”, dice il Presidente dell’associazione Andrea Cassisi. “Dagli scritti che Salvatore ci ha lasciato in eredità, siamo pienamente convinti che anche lui si sia posto questi interrogativi: mai ingessato ma operativo e aggregante, ha vissuto nel silenzio di una normalità evangelica, che accarezzava l’uomo, ai suoi limiti, dolori, ma anche alla sua grandezza, per essere stato immagine e fratello di Cristo. Così si è avvicinato al prossimo”, prosegue Cassisi.
“Salvatore è stato coraggioso e noi vogliamo impegnarci, e impegnare chi ci segue, a reagire alla cultura dell’allontanamento, facendo propria invece, la cultura dell’incontro, del dialogo. Il coraggio di farci prossimo è un invito a ‘prendersi cura’ del prossimo stesso: l’avere attenzione e interesse al mondo degli altri ci invita a non essere concentrati solo su noi stessi. È su questo presupposto che possiamo contribuire perché la nostra società si renda disponibile ad aiutare l’altro, non soltanto con la carità materiale, ma perseguendo atteggiamenti di apertura che superino l’indifferenza nei confronti di quanti chiedono attenzione, umanità con entusiasmo e coraggio”.
“La vocazione del servizio al prossimo, però, non riguardi solamente noi cristiani - si legge nel discorso di apertura -. Ma tutti. Questo è lo spirito che, abbiamo deciso, vogliamo animi l'anno sociale che ci apprestiamo a vivere assieme ai volontari e agli associati che ci seguono con affetto e dedizione. Questa è una responsabilità che ci riguarda tutti, ma l'unica che ci rende coraggiosi a farci prossimo. Nella sua Bibbia aveva scritto: ‘Un giorno giunti davanti al Signore/avremo sul capo una corona adornata di pietre preziose,/tra cui le più belle saranno/le sofferenze, le ferite, le prove sopportate con amore’. Ed ancora: ‘Il buon Dio vuole che mi abbandoni come un bimbo che non si preoccupi di ciò che si farà di lui’: così è stato, secondo la sua volontà, come per Teresina di Liseux ed il Beato Piergiorgio Frassati, suoi amici”.