«Sugli scavi in via Bresmes la mia proposta è sempre valida»

«Sugli scavi in via Bresmes la mia proposta è sempre valida»

In merito agli scavi sulla via Giacomo Navarra Bremes per la posa di una condotta d’acqua, nonostante l’attenzione e l’attivazione della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali al controllo mediante un’equipe di archeologi, la proposta dello scrivente, quella cioè di realizzare una trincea trasversale allo stesso scavo diretta verso est, purtroppo non ha avuto seguito. Infatti, tale proposta aveva lo scopo di poter intercettare la fondazione del muro divisorio che, secondo una planimetria del 1584 dell’Arch. Camillo Cam

illiani (individuata negli anni Ottanta dallo scrivente alla Biblioteca Nazionale di Torino), divideva l’antica città medievale di Gela, in Terravecchia e Terranova. Sarebbe stato importante scoprirne le tracce, anche perché ci sarebbe stata la possibilità di metterne una parte sotto uno spesso vetro per la relativa fruizione. Ma ahinoi non è stato possibile effettuare tale scavo.

Il muro divisorio antico, per quel che si sa, era stato costruito nel 1500 per ridurre la superficie dell’abitato di Heraclea-Terranova che fin dal XIII secolo era continuamente oggetto delle scorrerie piratesche, provenienti dai vicini paesi nord-africani, le quali sistematicamente erano causa di morti tra la popolazione, razzie di beni e presa di ostaggi di cui poi veniva chiesto alle famiglie il riscatto in denaro.

Pertanto, allora per difendere meglio la città, se ne ridusse la superficie con il suddetto muro divisorio in modo tale da poter difendere meglio l’abitato; la parte abbandonata della città comprese l’abitato che andava dall’attuale piazza Umberto I fino a via Matteotti (già strada Bastione), definita come Terravecchia. Gli abitanti così si trasferirono tutti verso est fino al Calvario, limite della cinta muraria antica, che fu denominata così Terranova.

Quale era l’andamento di tale muro divisorio? Lo scrivente per rispondere dovutamente alla domanda, ha sovrapposto la pianta dell’abitato del 1584 del Camilliani su una planimetria attuale del centro storico murato, determinando così l’andamento del muro che allora divideva la città; andamento che partendo dall’attuale Croce a Mare, nei pressi del municipio, percorreva via Giacomo Navarra Besmes deviando verso est, all’altezza del crocevia del Corso, per continuare lambendo la chiesa Madre fino a chiudersi con la cinta muraria verso Porta Caltagirone, precisamente all’altezza di piazza Enrico Mattei, dove una volta aveva sede il vecchio mercato ortofrutticolo.

Alla luce di ciò, risulta decisamente infondata la notizia che, durante l’attuale scavo di via Giacomo Navarra Besmes, siano state ritrovate le fondazioni del suddetto muro divisorio cinquecentesco tra Terravecchia e Terranova. In realtà, quello che oggi si è evidenziato con tale scavo, è stato il taglio della roccia madre, avvenuta nella prima metà degli anni Cinquanta, da cui è stata ricavata una trincea per la posa di una condotta d’acqua. Tutto qui. Se poi la continuazione degli scavi, ammesso che ciò avvenga, potrà portare alla luce altre situazioni interessanti, archeologicamente parlando, tutto ciò è nella “mente di Zeus”.