Dopo le rivelazioni sull’interramento dei rifiuti tossici nei pressi dell'ex raffineria di Gela alla trasmissione Rai “Nemo” delle settimane scorse dell’ex operaio Emanuele Pistritto che tanto sdegno ha suscitato in città (inquinamento denunciato anche in passato da associazioni ambietaliste locali) la società civile di Gela si è mobilitata.
Un’assemblea pubblica si è tenuta giovedì sera nell’ex chiesetta San Giovanni organizzata dal coordinamento Donne per il territorio e dal Patto di condivisione di Gela. Tanta gente comune, tanti genitori, tra chi ha avuto in famiglia casi di morti per tumori che sono in costante aumento in città soprattutto tra i giovani o di bambini nati malformati.
Una presa di coscienza collettiva della necessità di mobilitarsi per il bene delle generazioni future, di non abbassare la guardia e di chiedere giustizia nelle sedi opportune. Per troppo tempo i gelesi hanno chiuso gli occhi ed otturato le narici per non rinunciare alla prosperità economica che sì l’industria ha portato ma a discapito del territorio, dell’ambiente e della salute collettiva.
E’ intervenuta Luciana Carfì del coordinamento Donne per il territorio che presente nella prima delle due puntate di Nemo dedicate al caso Gela aveva fatto un appello alle forze sane ed è tornata a ribadire la necessità che la società civile si mobiliti per il bene della città.
Anche l’artista Giovanni Iudice ha fatto sentire la sua voce, da tempo impegnato anche con la sua arte nel diffondere le problematiche sociali. Presente tra il pubblico anche Emanuele Pistritto che con la sua intervista a “Nemo” si è autodenunciato di aver partecipato all’interramento di materiale altamente inquinante come l’amianto. Gli altri interventi sono stati quelli della genetista Ketty Perrotta e di Salvatore Terlati.
Pochi invece i politici presenti.