Gela apre il 2022 colorandosi di arancione assieme a Caltanissetta.
Nel momento in cui andiamo in stampa l'Asp ha inviato la richiesta alla Regione siciliana che non avrà ragione di opporsi e pertanto probabilmente saremo già passati da zona gialla a zona arancione quando il giornale arriverà in edicola. Non è escluso, del resto, che l'intera isola possa colorarsi d’arancione.
I numeri sono terribili e non mentono. Un’excalation repentina di contagi che ha iniziato a prendere piede durante le feste natalizie, per poi impennarsi a ridosso di capodanno. In attesa di capire quando raggiungeremo il picco, i cittadini cercano di correre ai ripari con vaccinazioni e tamponi a valanga. Hub, drive-in e corner farmaceutici sono stati presi letteralmente d'assalto, col numero dei vaccini e dei tamponi che è cresciuto anche più dei contagi.
Impressionante il numero dei tamponi. Dopo che le farmacie hanno esaurito i tamponi rapidi per auto diagnosi, peraltro non riconosciuti da alcuna valenza medica i fini del tracciamento, i cittadini si sono riversati in massa verso i punti autorizzati, mandando in tilt il sistema di tracciamento. Si è cercato di fare un po' d'ordine, potenziando innanzitutto il software centrale ed differenziando il flusso, con il “palacossiga” ora a fungere da drive-in solo per i convocati dall'Asp, indirizzando tutti gli altri presso “contrada brucazzi” o in farmacia.
Nella sola Gela si calcolano minimo 1000 tamponi al giorno, che diventano 1 milione al giorno nell'intero paese: con la media di 15 euro a testa (senza tenere conto dei tamponi molecolari che arrivano fino a 50 euro), si parla insomma di almeno 15 milioni di euro spesi al giorno. Numeri da business vero e proprio, come lo erano stati precedentemente quelli per i vari tipi di mascherine e per i vari tipi di vaccini.
Oltre la paura per un virus che nella sua ultima variante, denominata omicron, ha svelato una ferocia contagiosa senza precedenti in questa pandemia, ma a quanto pare con effetti più deboli specie se vaccinati, l’esodo per vaccini e tamponi è anche frutto delle nuove disposizioni. E se ad oggi sono ancora più i vaccinati alla seconda e terza dose, con il decreto legge appena varato dal consiglio dei ministri, non pochi non vaccinati si convinceranno a farlo, a meno di costringersi ogni due giorni a sottoporsi a tampone.
Il testo approvato dal governo introduce infatti l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni. Per i lavoratori pubblici e privati da 50 anni in su sarà necessario il “Green Pass Rafforzato” (i vaccinati o i guariti dal virus) per l’accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo e fino al 15 giugno. È esteso, altresì, l’obbligo del “Green Pass base” o cosiddetto ordinario (oltre i vaccinati e guariti anche coloro che possono esibire un test negativo al tampone negli ultimi due giorni) a coloro che accedono ai servizi alla persona, ai pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari ed alle attività commerciali.
Si torna a scuola in presenza dal 10 gennaio. Nessun rinvio, ma cambiano le regole per i casi di positività. Nella Scuola dell’infanzia (ex scuola materna), già in presenza di un caso di positività, è prevista la sospensione delle attività per una durata di dieci giorni. Nella Scuola primaria (ex scuola elementare) con un caso di positività, si attiva la sorveglianza con testing: l’attività in classe, cioè, prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività, test che sarà ripetuto dopo cinque giorni.
In presenza di due o più positivi è prevista, per la classe in cui si verificano i casi di positività, la didattica a distanza (Dad) per la durata di dieci giorni. Per la Scuola secondaria di I e II grado (ex scuole medie inferiori e superiori) fino a un caso di positività nella stessa classe è prevista l’auto-sorveglianza, con l’uso in aula delle mascherine Ffp2.
Con due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo. Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine Ffp2 in classe. Con tre casi nella stessa classe è prevista la Dad per dieci giorni.