Per un giorno, niente insegnanti, niente cattedra e niente libri al Liceo Scientifico "Elio Vittorini" di Gela. Martedì 15 aprile, tutti insieme, studenti, preside e docenti, sono stati chiamati a far da anfitrioni e accogliere gli ospiti invitati a raccontare la storia degli anni di piombo di Gela.
Di questa città devastata dalla mafia, marchiata a fuoco il 27 novembre del 1990, da una strage sanguinaria che in 20 minuti versò fiumi di sangue, produsse terrore, seminò lutti, con un bilancio di otto morti e sette feriti.
All'epoca, gli alunni di questa scuola (come delle altre scuole odierne) non erano ancora nati ma spesso sentono parlare molto di quegli anni bui (1987-1993) della loro città finita nella mani non di due ma di tre bande di sanguinari malviventi: Cosa Nostra, Stiddra e Clan Alferi.
I ragazzi hanno voluto apprendere la realtà di quegli anni dalla viva voce di chi quei fatti luttuosi li aveva vissuti in prima persona, da testimone oculare, da vittima sociale, da protagonista della battaglia per arginare la violenza, per porre fine a quella barbarie.
Ed allora ecco che si valuta chi chiamare per questo complesso compito, per dare un quadro variegato e quanto più completo di quella fase storica.
Un avvocato, Nicoletta Cauchi, per una breve storia sulla mafia gelese; una psicoterapeuta, Manuela Elisa Oliva, per capire gli effetti psicologici che quella violenza quotidiana ebbe sulle vittime; un magistrato, Fabrizio Giannola, del tribunale di Gela, per capire il ruolo della magistratura e della comunità nel contrasto alla mafia e alla cultura mafiosa; un giornalista, Aldo Mantineo, per parlare dei giornalisti vittime di mafia; un avvocato economista, Giovanna Zappulla, per parlare di economia e mafia; un anziano giornalista gelese, Franco Infurna, che ricostruisse nel suo amaro racconto le stragi di mafia; un ingegnere, Francesco Noto, che spiegasse la Justice League.
Infine la testimonianza diretta di una vedova di mafia, la signora Franca Evangelista, moglie del compianto commerciante Gaetano Giordano, ucciso dalle cosche perchè si rifiutava di pagare il "pizzo" e invitava gli altri a ribellarsi e a fare come lui. La signora Chiara Frazzetto, figlia di un gioielliere di Niscemi.
Nel 1996 due estortori entrano nel loro negozio e a un cenno di reazione delle vittime, uccidono il padre, il fratello e feriscono la madre. Entrambe le donne condurranno coraggiosamente avanti una lotta serrata alla mafia impegnandosi ai vertici del movimento antiracket di Gela e di Niscemi.
A chi è venuta l'idea di questa giornata di incontri, con scolaresche sempre in movimento quasi con conferenze itineranti? Lo abbiamo chiesto alla preside, Serafina Ciotta.
«L'idea nasce dai ragazzi - ci confida la dirigente scolastica dello Scientifico. Sono stati loro, partecipando alle riunioni che fanno i collettivi studenteschi, a proporre inizialmente un periodo di autogestione, già sperimentato altrove.
Essendo per me l'anno zero, anzichè l'autogestione ho proposto la cogestione. E' nato così un bel confronto aperto con un interessante scambio di punti di vista. Da questa mediazione, da questa negoziazione è venuta fuori l'idea degli incontri multipli.
Naturalmente la tematica l'avevano scelta loro. L'esigenza di conoscere e di informarsi è assolutamente tutta dei ragazzi. Abbiamo messo a sistema ciascuno di noi le nostre conoscenze e abbiamo formalizzato gli inviti.
«Io avevo tanti timori – confessa la preside – ma poi sono stata contenta di constatare la perfetta riuscita di questa iniziativa. I ragazzi sono stati molto bravi. Chiaramente avevo preoccupazioni sul loro comportamento, temevo che non fossero all'altezza dell'impegno assunto. E invece devo dire che sono stati davvero bravi. Si meritano i più vivi complimenti».
Sono stati così bravi che hanno trovato anche il tempo di darsi alla pittura e di realizzare in mezza giornata cinque bellissimi murales sulle pareti esterne dell'istituto a perenne memoria di eroi antimafia come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato e messaggi di grande effetto come quello che in sostanza racchiude questa giornata del Liceo Scientifico "Elio Vittorini": la criminalità si combatte a partire dai banchi di scuola. In bocca al lupo ragazzi!