La pausa estiva del Corriere di Gela (tra qualche settimana andrà in ferie), darà l’occasione di verificare i cambiamenti che avverranno in città e nel Paese.
Partiamo da Roma. Il “nessuno resterà indietro” del Governo si è rivelato un flop: decine di migliaia di lavoratori attendono ancora la Cassa Integrazione, gli autonomi attendono il bonus di 600 euro, le imprese attendono i porci comodi delle banche che tardano ad erogare il prestito agevolato. Si giungerà a conclusione in questi due mesi? Lo spero, ma ho seri dubbi: mai visto un Governo più superficiale e pasticcione di questo.
A Gela, in questi due mesi, cambierà tutto. Intanto giungerà a conclusione il “giallo” che ci attanaglia tutti: il Pd resterà nella maggioranza di Greco? No! L’assessore Robilatte si dimetterà dalla Giunta? Si! Capite bene che da questo dipendono i destini della città.
In questi due mesi verranno fatti i lavori per eliminare la frana del Lungomare, sicuramente inizieranno i lavori per il Porto Rifugio, si inizierà a ricostruire il ponte ferroviario sulla Gela-Caltagirone (altro che “modello Genova”, qui è in vigore il “modello Gela”), verranno riaperti il PalaCossiga e il campo sportivo Vincenzo Presti. E tanto altro ancora.Non dubitate, in autunno avremo una città completamente diversa. Anche in centro storico, dove la Giunta ha ampliato la zona Ztl al tratto tra Piazza Sant’Agostino e Via Marconi. Servirà a qualcosa, o a qualcuno? Provare per credere, ne riparleremo tra due mesi.
Altre questioni rimangono in sospeso: la gara per l’appalto della raccolta rifiuti (andata deserta ben quattro volte), i 33 milioni del “Patto per il Sud” da recuperare, le bonifiche delle aree ex Raffineria da portare avanti, l’acqua che in vari quartieri continua a giungere a singhiozzo, il passaggio all’Area Metropolitana di Catania, ed altro ancora. Ma la fiducia è l’ultima a morire: tra due mesi buona parte di questi problemi sarà stata risolta, e Gela si affaccerà ad un nuovo radioso futuro. Tranquilli, stanno lavorando per noi.